Fertilità maschile e inquinamento: la dieta come prevenzione

Lo squilibrio delle difese antiossidanti e dei processi di detossificazione fornisce una spiegazione all'insorgenza di patologie legate allo stress ossidativo nell'uomo; tra queste, l'aumentata suscettibilità agli inquinanti. Approfondisci l'articolo
Inquinamento e infertilità

Di cosa parla questo articolo?

L’eccesso di specie radicaliche dell’ossigeno (ROS) rappresenta un meccanismo molecolare dannoso per varie macromolecole (DNA, proteine, lipidi) che possono causare processi infiammatori fino alla trasformazione neoplastica. 

Lo squilibrio delle difese antiossidanti e dei processi di detossificazione fornisce una spiegazione all’insorgenza di patologie legate allo stress ossidativo nell’uomo; tra queste, l’aumentata suscettibilità agli inquinanti.

L’apparato riproduttivo sembra essere particolarmente sensibile agli stress ambientali. Oltre alla sua ovvia importanza funzionale, l’apparato riproduttivo può rappresentare anche una sentinella di allarme degli stress ambientali; i dati epidemiologici e clinici oggi disponibili, in particolare sull’infertilità maschile, sembrano confermare questa sensibilità.

Inoltre, una forte tendenza di peggioramento, già descritta per la concentrazione di spermatozoi da 113×106/mL nel 1940 a 66×106/mL nel 1990, si osserva per i livelli di testosterone. Il declino degli spermatozoi è stato evidenziato anche in Africa, Cina, India e Brasile dal 1980 al 2015.

Inquinanti ambientali

I metalli pesanti sono una componente naturale della crosta terrestre, ma lo sviluppo industriale ha causato un drastico inquinamento ambientale in diverse aree.

La non biodegradabilità dei metalli pesanti ne determina la persistenza nell’ambiente. Data la loro tossicità , la salute umana e gli ecosistemi ne sono minacciati. Inoltre, diversi metalli hanno effetti negativi sulla salute riproduttiva degli organismi.

I metalli pesanti come il piombo (Pb), il mercurio (Hg) e il cadmio (Cd) possono influenzare il sistema endocrino, alterando la crescita embrionale e lo sviluppo gonadico in utero.

Cromo (Cr), Cd, ferro (Fe), nichel (Ni), Pb e rame possono aumentare i ROS, che compromettono il DNA nella linea germinale maschile.

Alcuni studi hanno dimostrato che il rischio di ipospadia e criptorchidismo è significativamente aumentato dall’esposizione paterna ai metalli pesanti.

I risultati riportati da molte ricerche suggeriscono che un maggiore consumo di frutta e verdura o di alcuni integratori alimentari può migliorare sostanzialmente la protezione contro molti metalli pesanti. 

Di seguito sono illustrati gli effetti avversi di alcuni metalli pesanti e altri inquinanti ambientali.

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Cadmio( Cd)

Il Cd agisce come interferente endocrino, in particolare per gli ormoni riproduttivi. Esso imita lo stato chimico dello Zn divalente; pertanto, è in grado di interferire con il sito di legame dello Zn al DNA.

Inoltre, questo metallo, che mima l’effetto degli estrogeni endogeni, produce un aumento del rischio di cancro alle ovaie e al seno e altera anche la via ovarica steroidogenica, la produzione di progesterone e di testosterone.

Diversi studi rivelano che il testicolo è un bersaglio sensibile della tossicità del cadmio. Infatti, l’esposizione al cadmio può causare l’apoptosi delle cellule germinali e la diminuzione della produzione giornaliera di sperma, il che può spiegare il declino della fertilità maschile.

Mercurio (Hg)

L’esposizione alla forma organica di Hg, come metilmercurio (MeHg), determina la generazione di specie reattive che possono portare al danno ossidativo delle macromolecole, in particolare del DNA.

Inoltre, negli ultimi anni è stato riscontrato come gli individui infertili hanno mostrato livelli più elevati di Hg nel sangue, nei capelli e nelle urine rispetto ai soggetti fertili.

L’esposizione all’Hg ha provocato danni al DNA dello sperma e anomalie nella morfologia e nella motilità degli spermatozoi. Inoltre, i livelli di Hg sono stati correlati con una maggiore incidenza di disfunzioni mestruali e ormonali e con un aumento dei casi di esiti riproduttivi avversi.

Arsenico (As)

Gli effetti tossici dell’ arsenico sulle ghiandole gonadiche sono stati a lungo studiati attraverso modelli animali, dimostrando che l’As può essere accumulato nelle ghiandole gonadiche e indurre un effetto inibitorio sullo sviluppo gonadico.

Inoltre, l’Arsenico agisce su uno o più ormoni sessuali e induce l’inibizione della steroidogenesi ovarica, dei disturbi riproduttivi, della funzione steroidogenica testicolare e della spermatogenesi.

Effetti tossici simili sono stati osservati nell’uomo. Infatti, si è visto che  l’As causa una serie di problemi riproduttivi attraverso l’alterazione del sistema endocrino gonadico.

In particolare, è stato dimostrato che  ha un effetto dannoso sull’apparato riproduttore maschile riducendo la quantità e la qualità dello sperma umano.

Inoltre, ad esso è stata correlata l’insorgenza di varie forme di cancro tra cui quello al seno.

Ftalati 

Gli ftalati sono spesso utilizzati per migliorare la flessibilità, la duttilità e l’elasticità di polimeri altrimenti duri.

Date le loro caratteristiche chimico-fisiche, sono utilizzati in un’ampia gamma di articoli industriali e di consumo, tra cui giocattoli, vernici, adesivi, prodotti per la cura della persona e diverse apparecchiature mediche.

Da molti studi è emerso come la loro tossicità comporta cambiamenti nella pubertà, lo sviluppo della sindrome di disgenesia testicolare, al cancro e a problemi riproduttivi sia negli uomini che nelle donne.

Questo perché gli ftalati possono influenzare il rilascio di ormoni ipotalamici, ipofisari e periferici, oltre a interferire con i recettori nucleari e di membrana, le vie di segnalazione intracellulare e influenzare l’espressione genica coinvolta nella riproduzione.

Idrocarburi policiclici aromatici (IPA)

L’inquinamento atmosferico è noto per contenere diverse sostanze tossiche tra cui gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA).

Alcune di essi possono influire sul processo riproduttivo e sulla qualità dello sperma, riducendo uno o più parametri di qualità dello sperma, come la morfologia, la concentrazione, la motilità, i danni al DNA dello sperma, fino al cancro dell’intestino.

L’impatto potrebbe essere correlato alla concentrazione degli inquinanti e alla durata dell’esposizione. Gli IPA, specialmente due di essi, il 7,12-dimetilbenzo[a]antracene (DMBA) e il benzo[a]pirene (B[a]P), sono tra i cancerogeni più ampiamente studiati per il loro impatto negativo sull’ambiente e sulla salute umana e animale.

Studi scientifici hanno dimostrato che i composti IPA subiscono trasformazioni attraverso varie reazioni metaboliche che avvengono nell’organismo, prima che vengano prodotti tipi di molecole realmente cancerogene.

È proprio durante queste reazioni che gli IPA possono trasformarsi in intermedi elettrofili in grado di reagire con le molecole biologiche, compreso il DNA. La tossicità degli IPA è legata alle loro proprietà fisico-chimiche. Gli IPA sono solubili nella maggior parte dei solventi organici, sono molto lipofili e hanno un’elevata capacità di aderire al materiale organico.

Entro 24 ore, iniziano a degradarsi attraverso una sequenza di reazioni radicaliche o subiscono una degradazione per fotolisi. Gli effetti tossici avvengono attraverso la formazione di intermedi reattivi e l’attivazione di un particolare recettore e fattore di trascrizione degli idrocarburi arilici (AhR)  che regola l’espressione di una serie di geni.

Oltre a regolare la produzione di enzimi coinvolti nei processi metabolici, l’AhR ha anche un ruolo nella regolazione del sistema immunitario, delle cellule staminali, della differenziazione e della proliferazione cellulare, dell’apoptosi, della carcinogenesi e del metabolismo dei farmaci. Inoltre studi su popolazioni poco fertili hanno mostrato un’associazione negativa tra la qualità dello sperma, il cancro ai testicoli e i livelli di IPA.

Questi vanno infatti ad influenzare la motilità degli spermatozoi, l’integrità della cromatina e l’aumento dello stress ossidativo. Tuttavia, considerando l’elevata esposizione umana agli IPA, sono incorso numerosi studi volti a rilevare i meccanismi alla base della loro tossicità.

Diossina

Le diossine sono prodotte in gran parte da processi di combustione industriale tra cui l’incenerimento dei rifiuti, la produzione di clorofenoli e la lavorazione dei metalli.

Le diossine e i composti simili agiscono tutti interagendo con l’AhR, importante fattore di trascrizione che regola l’espressione genica.

Gli effetti delle diossine sono valutati utilizzando come parametro la potenza di legame con l’AhR di ciascun congenere rispetto a quella della 2,3,7,8-tetraclorodibenzo-p-diossina (TCDD), il membro più noto della classe delle diossine.

Il ruolo delle diossine nell’insorgenza di diversi tipi di cancro e il relativo aumento della mortalità sono stati ampiamente dimostrati da numerosi studi di case-control.

Inoltre, l’esposizione umana alle diossine è stata collegata a una diminuzione della qualità del seme, alla menorragia e ad un ostacolo allo sviluppo delle caratteri maschili. Come già accennato, si sostiene che questi effetti nocivi siano attribuibili all’interazione della TCDD con l’AhR, proteina che trasloca nel nucleo per promuovere la trascrizione di diversi fattori coinvolti nella sopravvivenza, nel potenziale invasivo e migratorio delle cellule tumorali. Inoltre, l’AhR è implicato nella funzione riproduttiva in entrambi i sessi, essendo ampiamente diffuso nelle ovaie e nei testicoli.

È noto infatti che le funzioni testicolari (spermatogenesi e motilità degli spermatozoi), e quindi la fertilità maschile, siano influenzate dall’attivazione di AhR.

Le proprietà salutistiche della Dieta Mediterranea

Molti studi hanno confermato che la dieta mediterranea, con i suoi alimenti specifici, è diffusa in tutto il mondo come modello di una potenziale dieta sana.

Attualmente, dalle evidenze scientifiche è emerso come il modello alimentare di tipo mediterraneo mostri il profilo dietetico ideale per mantenere lo stato di salute e ridurre la mortalità.

La dieta mediterranea è caratterizzata da un basso consumo di carne, dall’assunzione di oli vegetali al posto dei grassi animali come fonte di lipidi, da moderate quantità di vino rosso e da quantità significative di frutta e verdura fresca.

Negli ultimi tempi i polifenoli vegetali hanno suscitato un notevole interesse nelle comunità scientifiche per le loro proprietà salutistiche. Infatti, molti studi clinici hanno indicato i benefici per la salute attribuibili alla presenza di quantità significative di queste molecole, anche se, in alcuni casi, sono stati riportati risultati contraddittori, che evidenziano la necessità di ulteriori indagini.

Un consistente numero di evidenze Scientifiche provenienti da studi osservazionali in tutto il mondo suggerisce che i modelli dietetici coerenti con quelli promossi per la prevenzione delle malattie cardiache e di altre condizioni croniche possono essere vantaggiosi anche per la fertilità maschile.

Diversi tipi di dieta sono stati portati all’attenzione del pubblico, ma quella che ha riscosso maggiore interesse è stata senza dubbio la dieta mediterranea. 

L’aumento dell’assunzione di acidi grassi omega-3, sia sotto forma di integratori che di alimenti (noci o pesce), sembra influenzare positivamente la spermatogenesi.

Anche l’integrazione con antiossidanti e nutrienti implicati nella via del metabolismo monocarbonico (folato, vitamina B12, zinco) sembra essere benefica.

Il resveratrolo, abbondantemente presente nell’uva, è una nota sostanza citoprotettiva con effetti benefici su diversi tipi di cellule grazie alle sue proprietà antinfiammatorie, antiossidanti e antitumorali.

In vitro, si è riscontrato un aumento della motilità totale e progressiva degli spermatozoi, ha ripristinato la compattezza della cromatina e ha diminuito la lipoperossidazione degli spermatozoi, insieme ai livelli di anione superossido mitocondriale negli spermatozoi esposti al benzopirene.

Gli spermatozoi sono molto sensibili allo stress ossidativo indotto dalle tossine ambientali, per cui la ricchezza di antiossidanti dei nutrienti della dieta mediterranea ha un ruolo protettivo soprattutto sulla morfologia, sulla motilità e sul DNA degli spermatozoi.

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